UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
L'indomani mattina Ugo era capo di un drappelletto di lance in vanguardia, moveva al castello di Adalberto, e così parlava ad Aroldo, un capitano di
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l'una e l'altra richiedesi obbedire a un capo. Tutti intesero benissimo: Ildebrandino e Aginaldo ardenti di entusiasmo: - Voi! - cominciarono a
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detto a Bonifacio: - Io solo sono il capo dell'impresa! Altissimamente lo grido alle castella, io, io! - Ildebrandino e Oberto bastavano soli a liberare
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rotolò davanti a una pozza d'acqua, e in essa tuffò il capo per averne refrigerio. Accorrevano in quella Oberto ed Ildebrandino, e venivano dall'altro lato
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: entrarono, salirono una scala, e, trovato in capo a un corritoio un paggetto, il quale sonnecchiava su un archipanco, Guidello domandò: - Filippuccio, ne
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. Vide Ugo, si avventò su di lui, supplicando ansiosissima e dolorosa: - Siete ferito? Siete salvo? - e buttò via il panno dal capo, lo raccolse per
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Ugo. Il signore allungò la mano, ma la trattenne dal percuotere sul capo di Ugo, o dal venire dal sotto in su a gettare il cuscino ed ammaccare la
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come una mazza: - Potrei ucciderti! Ma nemmanco voglio! - e lo balestrò sul pavimento. - Messere, colla taglia che avete sul capo c'è tanto da pagare
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. Dimmi: chi ti diede questa? - e il padre gli toccava la scalfittura del capo. - Oberto, nipote d'Ildebrandino! - Oberto, mi dicono lavori assai bene
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montanaro si piegò tutto come se sopra il suo capo gravasse una catena di ferro. Erano anella e anella di delitti: era la catena del destino. Ed Alzor
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Oberto.... - Ugo ripete astiosamente, quasi aizzato dalle memorie: - Oberto! - Ebbene? - Rizzi il capo a sentire il nome di colui? Oberto è nel mio
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capo da una caverna nerissima su un abisso senza misura e senza colore, e speculò giù la valle, le valli, implorando da quell'ultimo lembo di cielo che
Accademia della crusca
